Il Bussolà vicentino, e a proposito dice il detto, “Chi gà Santoli gà Bussolà”, ovvero, Chi ha dei “Santi” in paradiso o in terra può avere il Bussolà. Il Bussolà è un dolce molto antico della tradizione Veneta, che venne rappresentato anche in un dipinto del maestro Giovanni Antonio Fasolo risalente al ‘500. Possiamo vederlo nella villa Palladiana di Caldogno, dove si riconoscono chiaramente i Bussolà.
Il Bussolà vicentino
Questo dolce non è solo un piatto di palladiana memoria, sulle tavole da secoli come ciambella dolce da abbinare, spesso, a vino o zabaione. È anche un dolce accompagnamento alla crema invernale a base d’uovo, zucchero e marsala. Si tratta di un dolce natalizio che ben rappresenta la tradizione vicentina.
I Bussolà oggi sono De.Co., ovvero denominazione comunale. Questa definizione è nata da un’idea di Gino Veronelli. Oggi è già stata adottata da oltre 400 comuni, per tutelare e valorizzare non solo la produzione agricola; ma anche di piatti della tradizione. Tra questi spiccano alcuni prodotti artigianali d’eccellenza. La De.Co quindi, pur non essendo un marchio, rappresenta un riconoscimento concesso dall’amministrazione Comunale ai prodotti del territorio. In provincia di Vicenza la nascita e lo sviluppo dei prodotti De.Co è stata fortemente promossa. Tornando a questa “squisitezza”, se volete cimentarvi nel farla a casa, ecco la semplice ricetta, quella storica.
Il bussolà vicentino con zucchero in granella
Prendete circa 1.500 gr di farina debole, o di mais. Occorreranno 150 gr. di burro, 100 gr. di zucchero semolato, una bacca di vaniglia, e del vino Torcolato. Procuratevi della Grappa, sei uova, una bustina di lievito in polvere e dello zucchero in granella. Per fare il Bussolà Vicentino, dovrete mettere in una ciotola la farina, aggiungere lo zucchero semolato, la vaniglia, il lievito e un pizzicotto di sale.
Fate la fontana dell’impasto e rompete al centro 5 uova intere e un tuorlo aggiungendo; anche il burro spezzettato e ammorbidito. Aggiungete del vino bianco Torcolato, poi ancora un bel cucchiaio di grappa, e impastate in modo omogeneo. Date alla pasta, che si deve staccare dalla ciotola e non deve risultare appiccicosa, la forma, allungata di un salame. Poi sistemate l’impasto in uno stampo da ciambellone imburrato e spolverizzato di farina. Dovrete spennellare la superficie con l’albume rimasto leggermente sbattuto.
Farina di mais
Indugiate, cospargendo la superficie con zucchero in granella. Ora potrete infornare il bussolà in forno pre riscaldato per circa 35 minuti. Trascorso questo tempo, lasciatelo raffreddare. Se volete, potete arricchire il dolce con uvetta, o con gocce di cioccolato oppure con della frutta secca. In ogni caso, resta un dessert ideale per tutto l’anno. Possiamo sperimentare non solo con farina gialla, frutta secca, burro oppure strutto. Si predilige l’acquavite italiana, e il pane raffermo.
Sono questi, gli ingredienti tipici della cucina vicentina, certamente frugale, ma in grado di fare sempre bella figura. Ricordiamo che con lo stesso impasto si preparano anche i bussolà; piccoli, pressappoco un dito e di vario diametro. La tradizione vuole che venissero regalati dai “santoli” ai “fiossi” nel giorno della cresima. Nella dispensa “povera” che da avanzi e materie prime basiche impastate con fantasia e creatività ha generato tutto un filone di cucina del riuso.
Dolci vicentini
Spicca anche, storicamente cucinata per l’Epifania, la “pinza vicentina”. Anche in questa torta bassa e gustosissima, ritornano, come nella rievocativa “Gata”, farina gialla, mandorle, uvetta, fichi, canditi, grappa, strutto e, fondamentali, semi di finocchio. Ma come non fare cenno della “putana”, con mele, fichi secchi, pinoli e farina di mais Marano al “macafame”; che utilizza anche noci, mandorle, cannella, o anice stellato e foglie di lauro. Oppure pensiamo alla “fugassa” alla “treccia di Thiene” con scorza di arancia e cedro canditi. Presto le altere ricette!
Il dolce vicentino per eccellenza