Il lago di Fimon è un incantevole specchio d’acqua di modeste dimensioni e anche poco profondo. Ci troviamo all’interno del comune di Arcugnano, in provincia di Vicenza.
Il lago di Fimon
Il lago è un luogo d’interesse turistico, specie nella bella stagione, in cui diviene meta ideale per gite fuori porta di tanti vicentini. C’è un bar che si affaccia direttamente sul lungolago e due pizzerie. Nelle acque del bacino lacustre, si praticala pesca sportiva, anche con l’utilizzo di barche e belly boat.
Lo specchio d’acqua presenta un fondo melmoso e una vegetazione abbondante; caratteristiche che, unite alla scarsa profondità, lo rendono un habitat adatto ai ciprinidi. Tra le specie ittiche troviamo carpe, tinche, lucci, scardola, anguille, savette, e lasche. Oggi sono apparse nuove specie come il persico trota; il persico sole, il persico reale e il pesce gatto. Dall’inizio degli anni ottanta è presente anche l’abramide, specie originaria del centro-est europeo. Tuttavia, l’area è molto importante per via di un sito archeologico. L’interesse è dovuto al ritrovamento di resti di insediamenti risalenti ad al neolitico e all’età del bronzo.
Il lago Fimon sito archeologico
Pioniere nella ricerca e nell’analisi e nella catalogazione dei resti archeologici provenienti dalla zona fu il naturalista vicentino Paolo Lioy. I resti studiati, risalenti al neolitico, riguardano la fase antica della cultura dei vasi a bocca quadrata. Le datazioni al radiocarbonio dei resti li collocano alla prima metà del IV millennio a.C. Il ritrovamento principale riguarda resti di capanne con un focolare.
Questi ultimi sono stati ritrovati in blocchi di calcare ricoperti d’argilla e limo. Al contempo vi erano pali piantati verticalmente; che avevano fatto pensare ad un abitato palafitticolo. I legni utilizzati sono principalmente ontano, frassino, faggio e acero. La parte aerea delle capanne non è stata rinvenuta; fatta eccezione per qualche pezzo d’intonaco lisciato da un lato e recante impronte di rami d’albero dall’altro. Nei pressi dell’insediamento sono state rinvenute conchiglie, ossa d’animali semi carbonizzate, strumenti di pietra e d’osso, cocci e qualche sparuto oggetto ornamentale.
Età del bronzo
Inoltre, nel luogo giaceva sepolto un ragazzo tra i dieci e i dodici anni; assieme a ceramica funeraria. La datazione al carbonio 14 tuttavia sembra indicare per i resti del fanciullo un’età maggiore di quella delle capanne, essendo queste di circa 200 anni più recenti. Gli strumenti di selce a scheggiatura laminare, principalmente di dimensioni grandi, sono stati ritrovati in quantità. Vediamo grattatoi, punte foliate, bulini, perforatori, lame ritoccate; asce spesse di forma allungata e asce corte più sottili, un pezzo di scalpello e dei pestelli ed una macina.
Alcuni strumenti recavano resti di mastice, presumibilmente utilizzato per immanicare lame e altri utensili su aste di legno. Un ritrovamento significativo è costituito da una freccia di selce con punta peduncolata e asta lignea. Molto interessanti anche punteruoli e spatole d’osso; zagaglie d’osso e oggetti ricavati da corna di cervo, presumibilmente percussori.
Archeologia nel vicentino
inoltre, la ceramica fine rinvenuta consta di scodelle profonde a bocca circolare o quadrata e vasi ad alto piede (talora decorati con motivi geometrici); vasi e bicchieri a bocca quadrata e a fiasco, scodelle a bocca circolare (talora decorate con piccoli lobi sopraelevati sul bordo). La ceramica grossolana consta invece di vasi a bocca quadrata; a fiasco e a tronco di cono, grandi vasi profondi. È da notare che alcuni vasi portano sul fondo l’impronta delle stuoie sulle quali presumibilmente poggiavano in fase di realizzazione. infine, i ritrovamenti in questo caso non; sono numerosi e si limitano a due metatarsi di lepre forati e cinque denti umani forati e limati.