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STORIE TRADIZIONI

La fede in Veneto, tra dolci e tradizioni intime

La fede in Veneto - Canederli impiattati

Terra di grande fede e devozione quella del Veneto, una fede che i tanti veneti emigrati, hanno portato con sé anche da emigranti, andando in terre lontane.

La fede in Veneto

Ai tempi dei nostri nonni, la fede, e le tradizioni per Natale erano molto più sentite, tuttavia sopravvivono. Spesso queste tradizioni riguardano soprattutto la tavola. Sono riti che affascinano ed è bello approfondirne la storia e le tante declinazioni. Il cibo è tradizione, è amore, convivialità ed è un momento della storia racchiuso spesso in alcune ricette. Alcune tradizioni natalizie sono davvero antichissime di origine celtica, e riversate nel cristianesimo. Ancora oggi si manifestano nei riti tutt’ora praticati come l’accensione del “pignarul”, il falò dell’epifania.

La fede in Veneto - foloclare pignarul

Oppure del “nadalin”, un ceppo che arde nel “fogolar” la notte di Natale a cui si attribuivano poteri propiziatori. In alcune zone i bimbi andavano in drappelli di portone in portone, guidati da una stella legata su un bastone, che rappresentava la Natività. Cantavano nenie e canti canti natalizi ricevendo come ricompensa frutta secca e dolcetti.

Dolci Veneti

Un’altra credenza molto diffusa voleva poi che la notte di Natale gli animali acquisissero momentaneamente, e solo per quella magica notte, il dono della parola. Il Veneto è quindi una regione molto prolifica nelle tradizioni popolari legate al Natale; in particolare alla figura di Santa Lucia, che di fatto era “il Natale di un tempo. In onore della Santa, ancora oggi, si organizzano molte manifestazioni che culminano con i tradizionali “banchéti de Santa Lussia”.

La fede in Veneto - Ceppo Nel Focolare in veneto

In alcune zone del Veneto poi, il periodo natalizio era anche tempo di richieste di matrimonio che avvenivano poi in primavera e di vere e proprie dichiarazioni d’amore verso le fanciulle. Si offriva l’Acqua Santa ad una ragazza dopo la Messa della notte di Natale. Oppure si lasciava un bel ceppo di legno sulla porta del suo uscio, che di fatto significava: “ti vorrei come sposa”.

Vin brulè e La fede in Veneto

La preparazione del pranzo di Natale è da sempre un momento pressoché sacro in cui confluisce il sapere familiare che si tramanda alle generazioni successive. Il Natale porta in tavola il meglio di una tradizione culinaria secolare, come su al nord, la “brovada e muset”; una sorta di zuppa di rape, che devono macerare nelle vinacce, e poi cotta assieme al musetto; una sorta di cotechino con carne del muso del maiale tritata e mischiata con molte spezie e aromi.

La fede in Veneto
Vin Brulè caldo

Poi le trippe devono arrivare in tavola, anche se si tratta di un piatto povero ma molto apprezzato. Si preparano facendo cucinare la trippa in padella in un soffritto di cipolla, carote e sedano e con la polenta. al vin brulé, un vino rosso servito caldo speziato con chiodi di garofano e aromatizzato all’arancia che in passato aveva il “compito” di rinsaldare e rafforzare i legami sociali della collettività paesana.  

Pan e vin

Altra festa molto sentita è quella dell’epifania, ossia la notte del “pan e vin”: un’antica tradizione, che si rinnova ogni anno alla vigilia del 6 gennaio con l’accensione dei roghi, trasformando le piazze di molti paesi in una magica scacchiera di mille falò. Il “pan e vin” è un forte momento di aggregazione popolare, fortunatamente sopravvissuto fino ai giorni nostri e diventato una forte attrazione turistica. Stare a tavola un tempo aveva una valenza molto più intima, sentita e semplice. Assaporare assieme è come una comunione, è condivisione. A Natale ancor di più. Riti e tradizioni natalizie d’altri tempi.

La gubana

La frutta fresca era difficile da avere, specie le arance e i mandarini, ma barattando alcuni prodotti della terra con gli abitanti delle vallate, si poteva mettere nelle calze dei bimbi anche qualche mandarino. Tra i tipici dei menù natalizi del nord, di un tempo, e tutt’ora restano protagonisti, vi sono i canederli; ovvero delle polpettine a base di pane raffermo con dello speck, pancetta e salame. Si cuocevano cotte direttamente nel brodo e condite solitamente con spinaci, funghi porcini o fegato di vitello. Si tratta davvero di una delizia. Non mancavano mai gli strangola preti; ovvero degli gnocchetti di pane e foglie di coste. Si condivano con burro, salvia e tanto parmigiano. Nelle parti più nordiche il capriolo o capretto al forno con patate era poi una vera delizia. Per quanto riguarda i dolci, c’è un capitolo a parte, perché sono sempre legati alla devozione popolare.

Presnitz

Al nord non è Natale se manca la “gubana”; una specie di torta fatta con della pasta lievitata. Si farcisce con delle noci, mandorle, uvetta, pinoli, miele e del liquore. Poi un altro dolce tradizionale dell del Triveneto sono i “colàz”. Si tratta di biscotti croccantissimi che si presentano a forma di ciambella. Generalmente si consumano con del “vin brulè”. Altra ghiottoneria immancabile è la pinza, da non confondere con la pinza romana che è una sorta di pizza. In dialetto si definisce anche “pinsa”. Si tratta di un dolce gustoso, fatto con ingredienti semplici. Stiamo parlando sempre di tipici ingredienti stagionali della tradizione contadina; come farina bianca, farina gialla, lievito, zucchero, uova. Ma anche canditi, uva passa, fichi e dei semi di finocchio impastati insieme. Il tutto poi si cuoce in forno sotto la brace del falò. Ancora oggi resiste la tradizione del “presnitz”.

Calendario dell’Avvento

Si tratta di un dolce dalla preparazione abbastanza semplice, ma è gustosissimo. Esiste  in diverse varianti a seconda della zona in cui ci troviamo. Di fatto consiste in una pasta sfoglia molto sottile che si imbottisce. Nella versione più famosa, ci sono dei canditi, noci e delle mandorle.  In Veneto i torroni la fanno da padroni; specie quelli di mandorle. Che dire poi del tipico pandoro, ma anche lo strüdel di mele, che va bene per tutte le stagioni, non solo per Natale. Credo poi che valga la pena citare un’antica tradizione nordica come la “Adventskranz“; la corona dell’Avvento, accompagnata dall’Adventskalender, ovvero il calendario dell’Avvento. Si tratta di una corona  costituita da un intreccio di rami di abete bianco. Vi è anche un nastro e quattro candele rosse che indicano le domeniche che precedono il Natale. Ogni domenica si accende una candela.

Dolci di mandorle veneti e La fede in Veneto

E’ usanza cantare le canzoni tradizionali di Natale. Il calendario dell’Avvento si regala ai bambini che, dal 1 al 24 dicembre, al mattino, aprono una delle finestrelle del loro calendario. Scoprono così un piccolo dono.

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La fede in Veneto, tra dolci e tradizioni intime ultima modifica: 2022-12-27T23:06:48+01:00 da simona aiuti

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