Medico fino a 70 anni, con uno spirito indomito e una grande passione per la professione medica; qualcosa che accade proprio qui in Veneto. Stiamo parlando del dottor Zirillo che ha dichiarato per iscritto: “È la mia passione, i giovani imparino il valore del sacrificio”.
Medico fino a 70 anni
Non credo che qualcuno abbia cercato di far cambiare idea al dott. Zirillo, che se mi concedete di indugiare verso il luogo comune, è calabrese d’origine. Orbene sappiamo la fama di cocciutaggine e determinazione dei calabresi, o sbaglio? Zirillo arriva da una famiglia di commercianti di agrumi, ma era la medicina la sua strada. Voleva fare il medico, lo sentiva fortemente e allora ha mollato tutto, per partire alla volta della facoltà di medicina di Padova.
Da buon emigrante del sud, da allora ha sempre lavorato a testa bassa. E’ iniziata quindi la gavetta in diversi ospedali. Ha lavorato a Bussolengo, Cittadella, Conegliano, Thiene nel 2006 e infine di Santorso nel 2012. Per molti altri, più di trent’anni di carriera sarebbero stati abbastanza, ma non per lui. Sicuramente quindi il dott. Zirillo, non ha deciso di restare “in trincea”, perché non avrebbe avuto altro da fare nella vita.
Dott. Maurizio Zirillo Medico fino a 70 anni
O perché faticherebbe ad abituarsi ad altre attività a cui un qualunque pensionato sovente anela. Taluni sognano di buttare la sveglia, andare a pesca e passeggiare in libertà; anche soltanto per andare a gustarsi il misterioso spettacolo dei “lavori in corso e dei cantieri”.
Non è il caso del dott. Zirillo però. Anche in Veneto c’è penuria di medici e la pandemia ha messo alle corde la sanità pubblica. Le autorità competenti si sono viste costrette ad assumere neolaureati, tentando di volta in volta, di mettere delle pezze qui e là per non andare in affanno. Il dott. Maurizio Zirillo sa bene che se andasse via, lascerebbe una voragine e in questo momento; c’è bisogno di ogni camice bianco disponibile, capace e competente. Zirillo è anatomo-patologo in forze nell’ospedale di Santorso, dell’Usl 7. Non è presunzione, ma alla fine sa che c’è ancora bisogno di lui.
Ospedale Santorso ASL 7 Vicenza
Si sente in forze, ha voglia e passione per il lavoro e quindi “resta”. Ha espressamente chiesto al direttore generale Carlo Bramezza; di poter continuare ad esercitare e non solo per un po’, ma a lungo termine. Il dott. Maurizio ha dichiarato: “C’è bisogno di dottori e non se ne trovano. Io voglio restare, sento di poter dare ancora qualcosa”. A quanto pare da ora che è intorno ai 65/66 anni, intende lavorare almeno fino ai 70.
Del resto, durante la pandemia, fu emblematico un caso di un medico che tornò in attività all’età di 85 anni. Si sentiva in forze anche lui, e senza esitare tornò in trincea. In ogni caso, non va sottovalutata una scelta del genere. Dobbiamo considerare che oggi moltissimi infermieri cercano lavoro all’estero, specie nel mondo anglosassone. Guadagnano di più e anelano a condizioni migliori di trattamento.
Dott. Guido Tersilli medico della Mutua
Tanti medici poi, scappano, perché in alcune zone d’Italia, specie se si lavora in Pronto Soccorso, le aggressioni sono all’ordine del giorno; e lo stipendio non vale tanti rischi. Se qualcuno crede di laurearsi per diventare come il dott. Guido Tersilli, medico della mutua che diventa ricco con una clinica, o come il dott. Ros di medici in prima linea; vive nel mondo dei sogni. La realtà è ben diversa, ed è fatta di grandi sacrifici al servizio della gente comune. Forse pochi si accorgono che molti bandi e concorsi vanno a vuoto, perché non si presenta nessuno. Tanti scelgono il settore privato, sperando di guadagnare di più, come Tersilli insomma. Basta guardare il mondo della chirurgia plastica, dove la mostrificazione continua; passando attraverso un pingue bonifico che rimpolpa il conto di cliniche lussuose. Eppure dovremmo ricordare che il pioniere del settore, Pitanguy lavorò giorno e notte operando 2500 ustionati.
Pitanguy
Per quello in qualche modo si sviluppò la chirurgia plastica; per aiutare la gente che soffriva. Quindi la scelta del dott. Maurizio è un esempio, e se scrivo che è eroica, non vado lontano dalla realtà. Nondimeno, l’epoca apicale covid è stata un po’ uno spartiacque. Negli ospedali, medici e infermieri, entravano in un girone infernale, qualcosa che segna e non si dimentica. Al riguardo il dott. Maurizio ha dichiarato: “(…)nei polmoni delle persone uccise dal virus ho visto cose che non avrei mai immaginato”. Non credo che il dott. Maurizio sia in cerca di complimenti, ma suppongo che per molti giovani dottori; passare del tempo con lui, sarebbe come fare un master. Servirebbe per capire il sacrificio, la passione, la sensibilità, di essere al servizio del paziente e della medicina.
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