Ognissanti e i morti da sempre a Vicenza evocano la fantasia popolare, che ha dato vita a leggende e racconti. Si narra ancora di cavalieri, streghe e folletti che sono sempre protagonisti. Storie fantastiche si dipanano, scaturendo dalle nebbie che in inverno avvolgono la pianura e avvolgono tutto nel mistero.
Ognissanti e i morti
Prendiamo ad esempio L’antica tradizione della zucca “Lumassa”; che di fatto è l’Halloween in Veneto. Fare la Lumassa è un’usanza che al giorno d’oggi è quasi scomparsa. Tuttavia una volta era davvero molto sentita.Accadeva intorno al 2 novembre, quando le famiglie svuotavano le zucche per riempirle con i lumini; le “lumasse” appunto. Le zucche Lumasse si vedevano sempre accanto dei cespugli, siepi e accanto ai cimiteri per attirare e in qualche modo guidare le anime dei defunti affinché non perdessero la via, per guidarle insomma.
Un altro aspetto un po’ più godereccio della tradizione prevedeva delle ricette tradizionali; accompagnate da deliziosi rituali. Si trattava per lo più di ricette fatte di ingredienti poveri; e tutto avveniva, ovvero l’arte di cucinare al focolare, con piccole azioni come svegliarsi presto per “lasciare il letto caldo ai morti” o non parlare vicino alle lumasse per non evocare spiriti negativi.
Ricette per i morti
Quest’usanza aveva ovviamente tante diverse declinazioni nei vari accenti e dialetti. Al riguardo, le zucche luminose, così come gli spiriti dei defunti, erano ammantate di un alone di mistero. La tradizione delle zucche “Lumasse” anche se così sembra; non ha legami provati storicamente con Halloween. Tuttavia, incredibilmente le due usanze si assomigliano molto. La particolarità di queste ricorrenze è anche la stagionalità in cui cadono. L’autunno con i suoi colori, profumi e sapori invita a preparare cose calde.
L’estate è oramai un ricordo, gli indumenti si fanno pesanti e la natura muta la sua veste assumendo colorazioni che personalmente io adoro; sfumature di giallo, rosso e marrone, il colore esulta. I frutti di questa stagioni sono svariati; funghi, zucche, castagne, patate americane, cachi, uva, melograno, giuggiole. Tutti ottimi ingredienti per piatti ricchi di sapore e di gusto da creare in questi giorni di festa e da assaporare in famiglia.
Piatto dei morti
Tornando alle tradizioni, l’anno contadino, inizia proprio con la festa dei morti; ed è per questo che i mesi della tradizione della cucina veneta iniziano il mese di novembre e non a gennaio. In Veneto si trovano oltre alla zucca e le patate americane; quelle dolci, il brazelom ovvero una focaccia, le fave, le miole de zucca (i semi di zucca), castagne e marroni. Quest’ultimi si consumavano per tutto il giorno del 2 novembre. Uno dei tipici dolci tradizionali del Veneto per queste feste era il pan trandoto, i trandoti, o pan dei morti.
Con questi cibi rituali si creava così il cosiddetto “piatto dei morti”. Vicino a questo piatto vi si accendeva una candela, per illuminare il ritorno dei cari scomparsi. Nella cultura contadina veneta si credeva che la notte tra l’1 e il 2 novembre tornassero a casa a sfamarsi.
I pan dei morti per ognissanti e i morti
Il piatto dei morti era preparato per dar loro ristoro e rendergli omaggio. I pan dei morti, sono una vera bontà; realizzati con biscotti secchi sbriciolati e frutta secca; ingredienti che sottolineano la necessità di avere un alimento nutriente. Tutttavia realizzato con ciò che si trova in casa, come è nella tradizione povera. La ricetta, nel tempo, si è arricchita di nuovi ingredienti come ad esempio il cacao, le mandorle e lo zucchero a velo. La forma è rimasta invece sempre quella, forma ovale leggermente schiacciata. Devono risultare un po’ duri come un osso!
Bellissimo.